Sei anni fa moriva Valeria Moriconi, una delle maggiori attrici italiane del '900. Per ricordarla, la sua città natale, Jesi, ripercorre il percorso umano ed artistico del marito Aldo Moriconi, pittore, scultore, poeta jesino alla cui opera creativa è dedicata una mostra antologica e documentaria promossa dalla Fondazione Pergolesi Spontini, dagli Assessorati alla Cultura del Comune di Jesi e della Provincia di Ancona, con il patrocinio della Regione Marche e realizzata dal Centro Moriconi in collaborazione con la Pinacoteca Civica. La mostra dal titolo “Aldo Moriconi (1923-1973)”, dal 18 giugno al 17 luglio 2011 al Palazzo dei Convegni di Jesi, a cura di Franco Cecchini, e la pubblicazione di un catalogo edito da Il lavoro Editoriale con il sostegno di Banca Marche vogliono presentare e approfondire la personalità di Aldo, la sua produzione artistica, per lo più inedita, non solo di pittura, grafica e arti plastiche ma anche di poesia.
Moriconi si definiva “un professionista dell’arte per diletto”, amante dell’avventura e viaggiatore instancabile (morì in seguito ad un incidente automobilistico in Mali nel 1973, dopo aver traversato l’Atlantico in solitaria l’anno prima), eppure fu artista prolificissimo e di multiformi interessi culturali. Uomo di grande spessore intellettuale, Aldo Moriconi influì non poco nella formazione culturale dell’attrice insegnandole a capire l’arte, indirizzandola verso solide letture e introducendola, tra gli anni 50 e 60, negli ambienti intellettuali di Roma frequentati da Vespignani, Rotella, Maccari, nel cenacolo del ‘Mondo’ di Pannunzio e Flaiano, nei salotti letterari come quello della Bellonci, dove ebbe modo di conoscere Moravia e Patti. Un rapporto quello tra Valeria e suo marito Aldo, di cui lei conservò orgogliosamente il nome Moriconi, anche dopo la fine civilissima del loro matrimonio e l’inizio del sodalizio sentimentale e professionale dell’attrice con Franco Enriquez.
In mostra sono circa 140 opere di Aldo, di cui molte inedite: ne emerge un percorso stilistico che vira verso soluzioni di dichiarata avanguardia riconducibili allo Spazialismo, al movimento dell’Arte Nucleare, all’Op art, fino al ritorno del figurativo nelle grandi tele della fine degli anni ’60 e dell’inizio dei ’70.
La mostra resterà aperta fino a domenica 17 luglio, dal martedì alla domenica: ore 10/20; sabato: ore10/23; chiuso il lunedì.
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